I Paesi dell’Unione europea hanno dato il via libera a un pagamento da 4,2 miliardi di euro all’Ucraina, per aiutarla nella ricostruzione e per riparare i danni prodotti dalla guerra causata dalla Russia. I fondi arrivano nell’ambito dello Ukraine Facility, il pacchetto di 50 miliardi di euro che Bruxelles ha destinato a Kyjiv per garantirne la stabilità finanziaria nei prossimi quattro anni.

I leader dei governi europei hanno ritenuto che l’Ucraina avesse soddisfatto nove condizioni necessarie, una serie di riforme che riguardano «la gestione delle finanze pubbliche, la governance delle imprese statali, l’ambiente imprenditoriale, l’energia e lo sminamento», ha affermato il Consiglio dell’Ue in una dichiarazione. Secondo il testo ufficiale della decisione, Kyjiv ha compiuto progressi anche nella «lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro» e ha nominato un nuovo responsabile della sua Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione. Nella dichiarazione si sottolinea ancora la necessità di «stanziare i fondi il più presto possibile, data la difficile situazione fiscale in Ucraina».

Quello deciso ieri dal Consiglio dell’Ue è il primo pagamento regolare dello Ukraine Facility, che come detto porterà a Kyjiv cinquanta miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti fino al 2027 – un modo per aiutarla a rimettersi in piedi dopo la paralisi della sua economia dovuta all’invasione della Russia nel febbraio 2022. Un modo per sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione del Paese, in cambio di una serie di riforme che potrebbero portare a un aumento del 6,2 percento del suo Pil entro il 2027, e del 14m2 per cento per il 2040. In più, questi cambiamenti potrebbero contribuire a ridurre il debito del dieci per cento in un decennio.

Dei cinquanta miliardi di euro di finanziamenti stabili, fino a trentadue miliardi di euro saranno destinati a sostenere le riforme e gli investimenti previsti dal piano, con pagamenti legati al raggiungimento degli obiettivi intermedi, un po’ come accade anche con i fondi del Next Generation Eu per gli Stati membri.