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L’intelligence denuncia la subdola campagna di disinformazione russa in Italia

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Pubblichiamo un estratto della Relazione annuale 2023 sulla politica dell’informazione per la sicurezza

Anche nel 2023 la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese si sono confermate tra i principali attori della minaccia ibrida, in grado di condurre campagne in danno dei Paesi occidentali sfruttando alcune delle caratteristiche sistemiche che connotano le nostre società, quali l’apertura dei mercati e le garanzie di libertà e indipendenza dei media. Tra i due attori – che impiegano i vettori della minaccia ibrida (afferenti al cosiddetto spettro Dimefil, ossia Diplomatico, Intelligence, Militare, Economico-Finanziario, Informativo, Legale) differenziandosi per modalità, strategie e obiettivi – in questa fase storica la Russia risulta essere il più attivo, tra l’altro, in ragione del perdurare del conflitto in Ucraina, a sostegno del quale alimenta campagne multivettoriali in danno dell’Italia e dell’Occidente intero. Nell’ultima parte dell’anno, lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas ha portato nuova linfa alle iniziative ibride di Mosca, con un ventaglio di narrative disinformative a favore del popolo palestinese.

Nel complesso, l’Italia e, più generalmente, i Paesi occidentali continuano a dimostrare un buon livello di resilienza sia rispetto al condizionamento dell’opinione pubblica, sia sul versante economico e della tutela degli asset strategici. A causa del perdurante isolamento verso l’Occidente, la Russia impiega il suo arsenale ibrido per cercare di recuperare parte della propria influenza sul versante internazionale, con le consuete attività di spionaggio e di compromissione (e l’eventuale sabotaggio) di infrastrutture critiche, fino ad arrivare a metodi innovativi come lo sfruttamento (cosiddetta “weaponization”) del fenomeno migratorio, ossia la strumentalizzazione in chiave destabilizzante dei flussi di persone verso i Paesi europei connessi anche al conflitto in Ucraina.

Nel dominio economico le attività ibride russe sono state continue e crescenti dall’inizio del conflitto, soprattutto in campo energetico. In particolare, Mosca ha cercato di ostacolare le iniziative italiane ed europee di diversificazione energetica e di introduzione del price cap sul gas russo, nonché la creazione e il consolidamento di rapporti con quei Paesi che stanno assumendo un ruolo nuovo all’interno del panorama energetico europeo. Ciò è avvenuto anche attraverso campagne informative di natura propagandistica atte a inquinare l’informazione verso il grande pubblico circa l’andamento dei prezzi dell’energia, l’inflazione e, più in generale, il costo delle materie prime.

Sul versante cibernetico, il conflitto in Ucraina si conferma quale filo conduttore principale delle campagne cyber malevole nei confronti dell’Occidente portate avanti da gruppi pro-Russia in danno di quei Paesi che supportano Kyjiv. Tali attacchi hanno natura sia spionistica che dimostrativa, in risposta all’appoggio politico, militare e diplomatico all’Ucraina. Nel 2023 gli apparati di informazione legati al Cremlino hanno continuato a operare all’interno del dominio dell’informazione per minare la coesione europea e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni sia nazionali che dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Dopo il blocco imposto dall’UE alle attività verso gli Stati membri dei media russi, come RT e Sputnik, e l’adozione di politiche più stringenti a contrasto della disinformazione e della propaganda di Mosca, quest’ultima ha potuto contare sull’appoggio di network mediatici di Paesi terzi per promuovere le proprie narrative ampliando, allo stesso tempo, la propria capacità di coordinamento a livello internazionale.

Le narrazioni diffuse dalle campagne disinformative russe hanno riguardato, anche nel 2023, la colpevolizzazione della NATO e dei Paesi occidentali per la guerra in Ucraina, alla quale si aggiunge, come elemento di novità, quella per la guerra tra Israele e Hamas. Su tale versante, a partire dal 7 ottobre 2023, la posizione ufficiale russa è stata caratterizzata da una forte ambiguità rispetto alla sua formale iniziale equidistanza tra le parti, cercando di attribuire la colpa dell’escalation all’Occidente, con un progressivo posizionamento a favore della posizione di Hamas. Mosca ha subito sfruttato la situazione per evidenziare le divisioni politiche statunitensi sui finanziamenti all’Ucraina e interpretare a proprio favore le differenti posture dei partner occidentali dell’Ucraina, sostenendo che questi avrebbero abbandonato il supporto – sia politico che in termini di aiuti economici e militari – a Kyjiv per indirizzarlo verso Israele.

Per quanto riguarda la Repubblica Popolare Cinese, grazie anche a un ventaglio di leggi nazionali che lo permettono (come ad esempio la recente legge sul controspionaggio), i principali vettori della minaccia ibrida impiegati fanno affidamento anche su alcuni elementi della diaspora cinese nell’Unione Europea. Questi ultimi vengono infatti utilizzati per: raccogliere informazioni di pregio; mettere in atto azioni di pressione economica; penetrare e interferire all’interno del mondo accademico e della ricerca; condurre operazioni cibernetiche ostili con maggiore efficacia; manipolare l’informazione per finalità di propaganda e per orientare, in modo favorevole alla Cina, l’opinione pubblica europea.

Sul fronte economico-finanziario, Pechino ha perseverato nella sua strategia finalizzata all’acquisizione di know-how e all’ottenimento di un vantaggio competitivo basato sull’innovazione attraverso diversi strumenti, dallo spionaggio all’attuazione di joint venture, dai contatti commerciali attraverso la cooperazione scientifica promossa dalle imprese cinesi agli accordi bilaterali a livello accademico. Sul versante cyber, nel corso del 2023 la Cina si è confermata come uno degli attori principali della minaccia, caratterizzato da elevata sofisticazione e da un alto livello di maturità operativa. Per quanto riguarda il dominio dell’informazione, Pechino è in grado di condurre operazioni informative tese a influenzare la percezione dell’opinione pubblica all’estero in modo favorevole agli interessi della Repubblica Popolare Cinese, accreditandosi come partner affidabile e di rilievo e ricorrendo anche a noti influencer per promuovere un’immagine positiva del Paese.

Durante il 2023, la postura cinese sul conflitto russo-ucraino si è attestata su un appoggio tiepido e moderato a Mosca, condividendo alcune narrative diffuse sui social, quali la responsabilità di Washington tra le motivazioni della lunga durata del conflitto e la presenza di laboratori biologici sperimentali statunitensi in Ucraina. Per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Hamas, la Cina, analogamente a quanto fatto per il conflitto russo-ucraino, ha adottato il suo consueto approccio “pacifico” anche per porsi in strategica contrapposizione con quello “militare” degli Stati Uniti. Sul punto, i canali social diplomatici ufficiali cinesi si sono attivati promuovendo Pechino come un possibile mediatore tra le parti e, al contempo, attribuendo a Washington la responsabilità del conflitto in Israele.

In considerazione di tale composito scenario della minaccia, sono proseguite le attività del settore intelligence di supporto a iniziative finalizzate alla prevenzione, alla rilevazione e al contrasto della minaccia ibrida. In particolare, di concerto con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sono state seguite le attività in corso presso l’Horizontal Working Party on Enhancing Resilience and Countering Hybrid Threats, in seno al Consiglio dell’Unione Europea, il cui obiettivo è quello di facilitare il coordinamento in tema di minaccia ibrida per accrescere la consapevolezza e la resilienza dell’Unione e dei singoli Stati membri. Tra queste rientrano le più recenti evoluzioni dell’Hybrid Toolbox, discendente dalla bussola strategica UE, che raccoglie e mette in relazione gli strumenti già esistenti per il contrasto alle minacce ibride, tra cui Foreign interference and manipulation of information (Fimi) toolbox (implementato per contrastare l’ingerenza straniera e la manipolazione delle informazioni).

È stato inoltre fornito al Servizio Europeo per l’Azione Esterna dell’UE il contributo nazionale ai fini della compilazione dell’Hybrid Trends Analysis relativa al 2022 che, unito a quello degli altri Stati membri, ha consentito di delineare un quadro complessivo dell’andamento della minaccia ibrida all’interno dell’Unione. Sul versante informativo, l’Intelligence ha già rivolto l’attenzione verso quegli eventi che, nel prossimo futuro, saranno suscettibili di catalizzare campagne disinformative contro gli interessi nazionali, tra cui le elezioni del Parlamento Europeo (giugno 2024), la Presidenza italiana del G7 e la formale uscita del nostro Paese dal Memorandum d’Intesa sulla Belt and Road Initiative (Bri). Senza trascurare i possibili riflessi di eventuali azioni condotte in danno del lungo processo elettorale statunitense, che culminerà con le elezioni presidenziali del novembre 2024.

 
Pubblicato : 28 Febbraio 2024 17:57
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