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La Uefa prova a riabilitare la Russia del calcio (ma divide l’Europa)

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(@valerio-moggia)
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La Russia sarà riammessa nel mondo del calcio. Dopo diciotto mesi di sospensione, la Uefa ha deciso di ridimensionare le sanzioni contro la Federcalcio di Mosca lo scorso 26 settembre, annunciando che alle selezioni Under-17 sarà permesso di tornare a competere a livello ufficiale. Pur ribadendo la ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina, il presidente Aleksander Čeferin ha motivato l’inversione di rotta con la volontà di non discriminare i giovani e le giovani russe per le azioni del loro governo.

Una decisione che non poteva non far discutere, in un senso o nell’altro, perché se da un lato c’è chi contesta la riammissione russa, dall’altro c’è chi sottolinea l’incongruenza delle motivazioni, nel momento in cui tutte le altre selezioni maggiori e gli stessi club rimangono esclusi dalle competizioni. Ma il caso sta già spaccando il calcio europeo, a meno di un anno dal via dei primi tornei Under-17 a Cipro e in Svezia, facendo emergere uno scenario ancora più frammentato di quello del marzo 2022, quando venne stabilito il divieto.

La strada per l’esclusione della Russia dal calcio
Nelle settimane successive all’invasione dell’Ucraina, la Uefa e la Fifa avevano concordato per un divieto parziale della partecipazione russa ai tornei internazionali, sul modello della squalifica avvenuta sempre contro i russi nell’atletica dopo lo scandalo doping. L’idea era di consentire alle nazionali di giocare regolarmente, ma solo in rappresentanza della propria Federcalcio (e quindi non del Paese) e senza poter esporre la bandiera né suonare l’inno nazionale.

Una decisione che non aveva accontentato molte federazioni europee, in particolare quelle di Ucraina e Polonia, che avevano minacciato di disertare le qualificazioni ai Mondiali in Qatar. Quando anche Svezia e Repubblica Ceca, avversarie designate della Russia nei playoff (assieme ai polacchi) avevano paventato un ritiro, la Uefa dovette iniziare a meditare una nuova soluzione. Che divenne assolutamente necessaria nel momento in cui anche Inghilterra e Galles si unirono alla protesta, con il rischio di far saltare alcune gare dei Mondiali se la selezione moscovita si fosse qualificata in Qatar.

L’esclusione della Russia dal calcio, allargata anche ai club, non è stata del tutto un evento unico (già nel 1976 la Fifa aveva addirittura espulso il Sudafrica a causa dell’apartheid), ma nonostante il suo percorso tortuoso ha rappresentato una scelta non semplice per il mondo del calcio. Per più di un decennio i capitali russi sono stati una componente fondamentale del settore, con Gazprom che è stata a lungo sponsor della Champions League e con San Pietroburgo che ha ospitato ben sette partite degli Europei itineranti dell’estate del 2021 (solo Londra ne aveva di più).

La Russia divide l’Europa del pallone
Tra maggio e giugno 2024, Svezia e Cipro ospiteranno rispettivamente gli Europei femminili e quelli maschili Under-17, a cui la Russia potrà dunque partecipare. Significherà il ritorno alle competizioni internazionali delle selezioni di Mosca, che nell’ultimo anno e mezzo hanno disputato solamente amichevoli, soprattutto contro nazionali asiatiche (Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Iran) e contro la Bielorussia (casualmente mai sospesa dalla Uefa, nonostante il suo ruolo nella guerra in Ucraina).

Non ci è voluto molto per vedere le prime opposizioni, a partire da quella dell’Inghilterra, una delle federazioni più influenti a livello mondiale. Già nella serata del 26 settembre, Sky News ha rivelato che la Football Association è contraria alla decisione della Uefa, e che in questo ha il pieno sostegno del governo britannico. Il giorno seguente, il fronte anti-russo si è allargato prevedibilmente all’Ucraina, la cui Federcalcio ha dichiarato che non prenderà parte a nessuna competizione in cui sono ammesse squadre russe. Ma l’opposizione più pesante è certamente quella della Svezia, che rischia di far saltare l’Europeo femminile al via a inizio maggio.

I rifiuti di molte nazionali (oltre alle sopracitate ci sono anche Irlanda del Nord, Polonia, Danimarca e Lettonia) rischiano di rendere praticamente impossibile organizzare una competizione continentale a cui partecipi anche la Russia, ma Mosca è tutt’altro che isolata. Con molte federazioni (tra cui quella italiana) che ancora non si sono espresse sull’argomento, ce n’è almeno una molto importante che è a favore della riammissione russa: la Germania. Karl-Heinz Rummenigge e Hans-Joachim Watzke, i due rappresentanti tedeschi nel Comitato esecutivo della Uefa, hanno detto di supportare la decisione, e questo potrebbe portare altri dirigenti a schierarsi a favore di un ritorno delle Under-17 russe.

La palla passa dunque alla Uefa, il cui Comitato esecutivo si riunirà nuovamente il prossimo 10 ottobre per confermare una decisione che rischia di creare una grossa frattura nel calcio europeo, facendo emergere ulteriori contraddizioni e situazioni critiche. Al voto parteciperà anche Alexander Dyukov, il potente dirigente di Gazprom, presidente dello Zenit San Pietroburgo e della Federcalcio russa, di cui nessuno ha mai chiesto la rimozione dal Comitato esecutivo.

 
Pubblicato : 2 Ottobre 2023 05:00