La truffa dell’asfalto
Tra le tante segnalazioni che ci inviate ne abbiamo ricevuta una che riteniamo interessante nell’ambito del nostro servizio antitruffa. Ammetto che il racconto che ci è stato fatto aveva davvero dell’incredibile, ma è bastata una veloce ricerca per scoprire che la storia è reale, ci sono svariati precedenti almeno negli ultimi tre anni, e i colpevoli pare siano sempre la stessa banda.
Il modus operandi della truffa è sempre lo stesso. Un soggetto – in tutti i racconti sostengono abbia accento inglese – ci avvicina sostenendo di essere al lavoro in zona e di avere dell’asfalto che avanza, asfalto col quale potrebbe rattoppare delle buche che vede in una nostra proprietà. Con la scusa che si tratta di asfalto avanzato e che si tratterebbe di un piccolo lavoro, giusto per non dover sprecare quel materiale, ci viene detto che la richiesta economica è poca cosa.
Riportava CuneoCronaca qualche tempo fa:
La banda, che circola a bordo di camion o furgoni con targhe estere su cui vi sono gli attrezzi da lavoro, in sostanza si propone di eseguire lavori di asfaltatura a privati, a prezzi vantaggiosi e di gran lunga inferiori a quelli di mercato, dicendo di avere del bitume avanzato da altri interventi, spesso, per essere più credibili, riferiscono falsamente di lavori da loro eseguiti per conto di comuni o parlano di altri appalti pubblici realmente esistenti nei pressi. Poi eseguono i lavori velocemente, prendono i soldi, talvolta anche con minacce alla vittima e scappano. Il giorno dopo poi l’asfalto comincia a sbriciolarsi, ma ormai la banda è introvabile.
Racconto simile a luglio 2023 sul quotidiano online SulPanaro.net:
Il titolare dell’impresa si è accorto immediatamente dei lavori eseguiti in malo modo ma, dopo aver emesso fattura, chiedendo pagamento immediato con bonifico istantaneo per un’ importo pari a 8.000 €, circa, un terzo del reale valore dei lavori e dopo la promessa di ritornare l’indomani per terminare i lavori, i sedicenti esperti dell’ asfalto sono scomparsi facendo perdere le proprie tracce. Il titolare non si è immediatamente allarmato poiché il bonifico è stato eseguito su un conto italiano e la partita Iva sulla fattura corrispondeva effettivamente ad una ditta di lavori stradali.
Nei giorni successivi però nessuno è più tornato a sistemare i lavori male eseguiti, lasciando altresì il pozzo di una fossa biologica danneggiato. Così presto l’uomo si è reso conto che la stessa banda che aveva già colpito in Trentino, in Veneto e nel parmense aveva truffato anche lui.
E a ottobre 2023 erano in zona Lodi:
All’ufficio si è presentato un giovane uomo vestito con una tuta da lavoro, abbigliamento tecnico, che, parlando in inglese, ha chiesto a colpo sicuro del titolare. Che l’ha accolto e ascoltato la sua storia. «Si è presentato in modi educati e impeccabili, e in inglese mi ha spiegato di essere il rappresentante di una ditta che aveva svolto lavori di asfaltatura in autostrada e che aveva avanzato dell’asfalto – spiega Andrea Lazzari -. Quindi, se fossi stato interessato, mi proponeva di asfaltare l’intero cortile della ditta a un prezzo stracciato, praticamente solo la manodopera, dal momento che l’asfalto era un residuo e che se ne sarebbero comunque dovuti liberare». Il problema per il truffatore è che Andrea Lazzari ricordava che i contorni con cui l’uomo aveva presentato l’iniziativa erano gli stessi con cui anni fa veniva eseguita una truffa.
E questo è il racconto di pochi giorni fa in provincia di Livorno:
È sconsolato, Giacomo Salvadori, mentre guarda a terra pensando a com’è ridotto il suo piazzale. «Asfaltato interamente, contro la mia volontà e per giunta male. Guardi, questo asfalto si sgretola– racconta –. Il tutto a opera di una decina di persone che hanno fatto il lavoro senza che io potessi fermarli. Poi mi hanno chiesto 11mila euro». E Salvadori che ha fatto? «Non ho pagato e ho sporto denuncia in questura. E adesso dovrò risistemare tutto il piazzale, che versa in pessime condizioni».
La cosa che però lascia un filo allibiti è che dai racconti che si leggono sui quotidiani la truffa viene fatta da anni, e i soggetti coinvolti sono stati identificati ben più di una volta. Come è possibile che siano ancora liberi di agire sul nostro territorio?
Speriamo che averne parlato anche noi possa contribuire alla diffusione dei fatti, e che siano sempre di più coloro che sentendosi proporre un affare del genere invece che accettarlo chiamino le autorità… magari senza dirlo al truffatore, così da coglierlo con le mani nel sacco.
redazione at butac punto it
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