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È stato ucciso in Iran il leader di Hamas, Ismail Haniyeh

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Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso nelle prime ore di mercoledì 31 luglio a Teheran, dove aveva partecipato alla cerimonia di giuramento del neopresidente iraniano Masoud Pezeshkian. La conferma della sua morte è stata data dalla Guardia Rivoluzionaria paramilitare iraniana. Nessuno ha rivendicato la responsabilità dell’assassinio, ma si pensa che Haniyeh sia morto in un raid israeliano in cui ha perso la vita anche una delle sue guardie del corpo.

Anche da Hamas arriva l’accusa ai danni di Israele: «Hamas dichiara al grande popolo palestinese, al popolo delle nazioni arabe e islamiche e a tutti i popoli liberi del mondo, il fratello leader Ismail Haniyeh è un martire», si legge nella dichiarazione del gruppo terroristico. Un secondo messaggio invece dice che la morte di Haniyeh rientra nei «costi» della causa palestinese, «ma siamo pronti a questi costi: il martirio per il bene della Palestina, per il bene di Dio Onnipotente e per il bene della dignità di questa nazione». Infine, Hamas ha giurato vendetta a Israele: «L’assassinio del nostro leader, Ismail Haniyeh, è un atto codardo e non rimarrà senza risposta», si legge in una nota del membro dell’ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzuk.

Israele dal canto suo non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma non lo fa, solitamente, quando si tratta di operazioni della sua agenzia di intelligence, il Mossad.

Ismail Hanyeh aveva sessantadue anni, era il leader del Politburo di Hamas, cioè il consiglio di quindici membri con sede in Qatar che è a capo del gruppo terroristico palestinese della Striscia di Gaza. In passato è stato primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017.

Haniyeh è stato una delle figure principali di Hamas negli ultimi trent’anni e in questi mesi è stato uno dei principali negoziatori nei colloqui con Israele mediati da altri Paesi – che hanno portato a tregue temporanee e allo scambio di ostaggi.

Nelle ultime ore, l’esercito israeliano ha compiuto anche un attacco alla periferia meridionale di Beirut, la capitale del Libano, per colpire Hezbollah, ritenuta responsabile dell’attentato a Majdal Shams, sulle Alture del Golan, dove sabato scorso sono morte dodici persone. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), nell’attacco sarebbe rimasto ucciso Fouad Shukr, noto anche come Hajj Mohsen, cioè uno dei principali collaboratori del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Israele ha comunicato inoltre che nelle ultime ore sono stati lanciati dieci missili dal Libano, causando una vittima.

 
Pubblicato : 31 Luglio 2024 07:28
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